La potenza di fuoco dei libri è altissima ed è capace, rendendo possibile la conoscenza e il confronto d’idee, di modificare inveterate convinzioni, sovvertire istituzioni politiche e religiose, e anche sbaragliare eserciti. Per questo, in ogni epoca, tutti i governanti hanno esercitato severe forme di controllo sulla pubblicazione e diffusione dei libri.
Oggi, censura e intolleranza vengono praticate, oltreché – in forma violenta – da alcuni Stati islamici, anche, e paradossalmente, da Stati cristiani “democratici, pluralistici e laici” d’Occidente: ciò a dispetto del diritto alla libertà di pensiero e di espressione proclamato solennemente in tutte le Carte costituzionali dei nostri giorni.
Infatti, con la medesima logica con cui i vecchi regimi reprimevano le idee ad essi ostili, oggi gli ordinamenti nazionali e comunitari reprimono la manifestazione di idee malvagie adottando e applicando norme che perseguono il “reato d’opinione”.
Questo libello raccoglie alcuni esempi di tale percorso storico, il quale evidenzia nuove inconcepibili contraddizioni del tempo presente e nuovi-vecchi pericoli che dovrebbero non solo farci riflettere, ma metterci in allarme.