Il nesso fra responsabilità penale e reato da un lato e sanzione carceraria dall’altro ci indicano orizzonti culturali e giuridici fra loro incommensurabili.
I profili di irriducibilità sono molti: la relatività della nozione di responsabilità penale a fronte della assolutezza della pena carceraria; i rispettivi presupposti e le diverse finalità dei due istituti e il loro diverso atteggiarsi con il problema etico del male.
Ma alla base di queste profonde divergenze c’è l’irrisolto problema del rapporto tra la persona del reo nella sua interezza e un suo atto: l’atto criminoso è sempre espressivo della personalità del reo? E in quale misura? L’atto esaurisce la personalità del reo?
La sanzione detentiva comminata per (quasi) tutti i reati mostra la sua abnormità anche in una prospettiva retribuzionistica della pena. Essa va dunque ripensata anche alla luce dell’indirizzo assunto da diversi ordinamenti stranieri che hanno sperimentato sanzioni alternative alla detenzione.
Silvia Cecchi ci pone di fronte a questa ineludibile svolta di civiltà, oltre che con gli strumenti dello studioso anche con la conoscenza diretta del magistrato penale che opera sul campo.