«Un dossier processuale è sempre il riassunto d’un romanzo, il tema di una tragedia, la sinopsi d’un film. Ma questa tragedia, questo romanzo e questo film restano allo stato incompiuto: all’una e agli altri manca un quinto atto, un epilogo o uno scioglimento – in breve, un coronamento, foss’anche di spine, affinché il dramma sia completo.
Solo gli avvocati hanno il privilegio d’essere a un tempo gli spettatori di quel dramma, confidenti del protagonista, e i coautori, poiché accompagnano l’accusato lungo l’intero processo e lo aiutano ad affrontare il quinto atto della sua tragedia, l’epilogo del suo romanzo, il finale del suo film. È a carico dei giudici incarnare il destino cieco.
Questa parentela di forma tra l’opera giudiziaria e l’opera letteraria potrà sembrare sacrilega …»
Maître Vergès, nel ripercorrere celebri casi giudiziari del mito, della storia, della politica, della cronaca e della letteratura, come quelli di Antigone, Giovanna d’Arco, Gilles de Rais, i Calas, Luigi XVI, Raskòlnikov, Barbablù, Albert Speer …, ci conferma invece che questa parentela non è affatto sacrilega ma così profonda da aiutarci a decifrare la spesso oscura e distorta psicologia dei protagonisti: le vittime, gli imputati, i pubblici accusatori, i giudici.