«Quando lessi Le vespe di Aristofane, non pensavo certo di doverne trarre Gli attaccabrighe. Confesso che mi divertirono molto e che vi rinvenni varie piacevolezze, tali da potermi indurre a metterne a parte i miei spettatori… Un giudice che salta dalla finestra, un cane incriminato e le lacrime dei suoi cuccioli mi parevano altrettanti accidenti degni della gravità di uno Scaramouche… [Alcuni miei amici] in parte incoraggiandomi, in parte mettendo loro stessi le mani in pasta… mi spinsero ad avviare una commedia, che non tardò molto ad esser finita…
Di lì a poco la commedia fu messa in scena a Versailles. Non si fecero allora scrupolo di essersela goduta: e quanti avevano pensato di disonorarsi se avessero riso a Parigi si videro forse costretti a ridere a Versailles in nome del loro onore.»
(Jean Racine)