«Attualmente la pancia sembra aver perso il diritto d’esistenza, se la si intende come entità anatomica, salvo poi ad essa per paradosso attribuire assoluta autorità quando le si conferisce il magico potere di prendere il posto del pensiero, lèggi cervello, nella sua capacità di afferrare la verità. Pancia pensante, dunque? Magari è proprio questa la prima lezione che Stein c’impartisce […] Lifting Belly non mancherà di apparire anche come un rito, una consacrazione, una preghiera, persino un canto mistico, a tratti; oltre a ciò, il testo rappresenterà anche una rivelazione, la rilevazione di un passaggio sollev(i)ante (“lift”), la presenza di una forma iniziatica verso l’inclusione dell’amore sacro e profano, le cui forme più intime si congiungono beatamente, nella copula, realizzando quella pienezza sessuale di cui Stein ha scoperto il segreto, che ora non vuole più bandire, bensì im-bandire al desco della poesia.»
(Dall’Introduzione di Marina Morbiducci)