La moderna democrazia nasce dall’esigenza di limitare i poteri di chi governa, non ultimo quello di imporre tasse.
Laddove – come è accaduto in molti Paesi e in special modo in Italia negli ultimi trent’anni – la potestà tributaria è usata come strumento per depredare alcuni cittadini a favore di altri, ed ha come unico limite quello della voracità delle corporazioni sul cui consenso si fonda il potere, lì la democrazia si riduce a farsa della democrazia.
Accade allora che il “Principe”, attraverso un accurato lavaggio del cervello, riesca a persuadere la massa dei cittadini che alcune scelte tributarie, come ad esempio progressività delle imposte, tassazione dell’eredità, ipertassazione dei patrimoni, armonizzazione fiscale europea e così via, siano dogmi indiscutibili e immodificabili.
Dogmi che vengono spacciati per verità scientifiche, e nobilitati di un’aura di alta eticità. Ma per fortuna vi sono ancora eresiarchi impenitenti, come Pascal Salin, che con la lama del libero pensiero smascherano queste “pie frodi” elaborate per legittimare le scandalose rapine dello Stato padrone-predone.