L’impresa privata come luogo d’incarnazione dello spirito creativo dell’uomo, fatto a immagine di Dio creatore; l’impresa, come veicolo di elevazione materiale e morale, e come baluardo fra l’individuo e lo Stato onnipotente; il profitto, non più “sterco del demonio” ma efficace strumento di liberazione dalla schiavitù della povertà. È questa l’affascinante proposta che Novak offre al pensiero sociale cattolico per il prossimo secolo, una proposta che sorprendentemente affonda le radici in una lunga tradizione cattolico-whig, per troppo tempo misconosciuta.
«L’opera di Novak è l’opera di un moralista sinceramente preoccupato del riscatto dei poveri. È l’opera di un economista che si rende conto che senza libero mercato – senza una cultura e senza valori che sostengono il libero mercato – non ci potranno essere né benessere né libertà. È l’opera di un polemista che toglie la maschera ai rappresentanti di quella “nuova classe” per i quali i poveri sono soltanto lo strumento del loro successo.
È l’opera del capofila di quell’odierno cattolicesimo liberale che si pone nella grande tradizione dei Tocqueville, Rosmini, Röpke, Adenauer e Sturzo.»
(Dall’Introduzione di Dario Antiseri)