Giudici e Inquisitori

Un residuo di Ancien régime, una serie di interrogativi sugli attuali ordinamenti vigenti e su quale figura di magistrato prevedano.

a cura del CIDAS

Pagine 92

ISBN 88-85140-45-9

Prima edizione 1999

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«La coppia sovrano-inquisitore è il bersaglio contro cui si scaglia, sorgendo, il pensiero liberale: il quale riconosce che, per principio, la funzione del giudice è necessaria proprio perché ogni atto di accusa resti quello che è effettivamente, e cioè l’atto di una parte e non l’atto di un potere occhiuto che si proclama rap­presentante di interessi generali. Sicché, nei principî, non è lo Stato che fonda l’attività giudiziaria ma, al con­trario, è l’ineliminabile presenza di quest’ultima che giustifica lo Stato quando il me­desimo sappia or­ganizzare correttamente il processo garantendo, in primo luogo, l’assoluta parità, davanti al giudice, di ac­cusa e difesa.

Ma … ancor oggi l’attualità ci costringe a pór­ci una do­manda radicale: gli ordinamenti vi­genti, e in particolare quello italiano, qua­le figura di magistrato prevedono? quella del giudice o quella dell’inquisitore?» (Francesco Cavalla)