Il fallimento delle politiche stataliste è dovuto a ragioni non solo tecnico-economiche, ma ancor prima etiche e filosofiche. Ogni società fondata sullo statalismo, sia esso marxista, fascista, democratico, è destinata a rovinare per il semplice fatto che è in sé dispotica, in quanto assegna ad una oligarchia il potere di imporre regole di vita, sul presupposto che gli individui siano incapaci di badare a se stessi: di qui la pretesa di proteggerli e di soccorrerli con la costrizione! E se è vero che oggi un po’ tutti si proclamano “liberali”, è altrettanto vero che molti sono in realtà dei liberali-statalisti: il che vuol dire “illiberali”.
Antonio Martino – che non ha abdicato alla propria autonomia di pensiero pur nell’esercizio di incarichi di governo – in questo suo Semplicemente liberale, con la lucidità dell’economista e con la finesse del filosofo morale, ci rende chiaro come la persistente mentalità statal-assistenzialista stia realizzando, “per il nostro bene”, una progressiva erosione delle nostre libertà.