Il nòcciolo di questo libro è un’analisi rigorosa del senso economico-politico della transizione da monarchia a democrazia avvenuta in Occidente.
Nell’evidenziare i gravi inconvenienti – per la libertà e la felicità dell’individuo – dei due sistemi, l’Autore conclude che la monarchia è un male minore rispetto alla democrazia, ma che entrambe sono peggiori di un ordine naturale fondato sulla proprietà privata, sulla autonomia negoziale e sull’abolizione dei monopolî della difesa e della giurisdizione. Attraverso una puntuale rassegna di deficienze, assurdità ed errori delle politiche socialdemocratiche, demolisce la fede del pensiero liberale classico nella possibilità di un governo limitato, e disegna una convergenza fra conservatorismo e libertarismo come naturali alleati per un obiettivo comune: la frantumazione degli Stati nazionali. Traguardo che potrà raggiungersi con un processo di secessioni a catena verso una moltitudine di regioni e città-Stato disseminate nel continente europeo e americano.