Claude Gueux

L’incolmabile abisso che separa legalità e giustizia, in una vicenda paradossale in cui le figure di sbirro, giudice e boia schiacciano i valori più sacri della persona.

Traduzione di Serena Sinibaldi

AL MOMENTO NON DISPONIBILE

Pagine 48

ISBN 88-85140-42-4

Prima edizione 1998

Prima ristampa 1999

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È incolmabile l’abisso che da sempre separa legalità e giustizia. Se l’ancien régime ostentava con sfron­ta­tezza questa divaricazione, le democrazie parlamentari non hanno fat­to altro che mascherare sotto una veste di decenza formale – e di ipocrisia – pro­vo­ca­zio­ni, arbitrî, violenze di chi, al riparo della legge e in suo nome, dà sfogo a pulsioni sadiche e a deliri di onnipotenza.

L’oleata macchina della “giustizia”, imperniata sul tra­dizionale congegno di trasmissione sbirro:giudice:boia, continua a macinare i più sacri valori della persona.

Il lamento di Hugo «La galera è un’assurda mignatta che lascia riassorbire, non senza averlo reso peggiore, tutto il sangue marcio che estrae. La pena di morte è un’amputazione barbara» è caduto nel nul­la.

Queste incarnate prefigurazioni dell’inferno grandeggiano ancora superbe, e contrassegnano il nostro tempo.

Claude Gueux comparve per la prima volta su «La Revue de Paris» del 6 luglio 1834. Nel settembre dello stesso anno, su richiesta di Charles Carlier, negoziante di Dunkerque, ne vennero tirate presso Evréat 500 copie con la lettera di Carlier a mo’ di prefazione.