Un testo oltraggioso e divertente, e tuttavia spietatamente logico, che col rasoio dell’intelletto restituisce positiva ragion d’essere a figure oggetto di universale disprezzo, relegate nel lazzaretto dei bricconi e dei nemici dell’umanità, ai margini persino della legalità (il ruffiano, il porco maschilista, il poliziotto corrotto, il ricattatore, lo speculatore, solo per citarne alcuni). Un pantheon variegato di personaggi ambigui eppure, al contempo, indiscutibili campioni del libero mercato che non ledono in alcun modo i diritti altrui.
Quando venne pubblicato il libro fu accolto con entusiasmo da due mostri sacri del pensiero politico e sociale del Novecento come Hayek e Rothbard, e nel tempo è diventato un classico della letteratura libertaria.
«Sfogliando Difendere l’indifendibile ho avuto l’impressione di essere nuovamente esposto alla terapia d’urto con cui, più di cinquant’anni fa, il compianto Ludwig von Mises mi convertì a una posizione liberista coerente […] Per alcuni potrà sembrare una medicina troppo forte, ma farà loro del bene anche se la odieranno.» F.A.von Hayek