La giustizia politica consiste nella utilizzazione di procedure giudiziarie per raggiungere fini politici che sono, in generale, l’eliminazione dell’avversario attraverso la sua criminalizzazione. Dopo la prima guerra mondiale – è la tesi di Kirchheimer – essa è stata praticata un po’ in ogni Paese, non solo nei regimi totalitari (da Stalin a Hitler), ma anche – se pure con modalità più raffinate – negli Stati di diritto.
In definitiva, la giustizia politica può prender piede ovunque. È una sòrta di cancro che si fa strada all’interno di un processo di crisi del potere politico e di incertezza della democrazia.
L’analisi di Kirchheimer, nel ripercorrere esempi significativi nella storia delle persecuzioni per via giudiziaria, illumina anche il palcoscenico dei nostri giorni su cui si replica incessantemente questa oscena parodia della giustizia.