Il “giudice legislatore” è una realtà a cui i cittadini delle moderne democrazie sembrano essersi assuefatti.
L’affermazione del diritto pretorio – ovvero quello confezionato dalla magistratura – e la giustizia costituzionale che sempre più interviene a interpretare “creativamente” le leggi hanno contribuito a un progressivo trasferimento di potere dai parlamenti ai giudici. Robert Bork denuncia i rischi che lo Stato di diritto corre per la traslazione dell’autorità legislativa verso organismi non eletti dal popolo, dunque non rappresentativi e politicamente irresponsabili, oltre che non sottoposti a controlli istituzionali.
In particolare, dall’indagine dell’Autore sulle Corti supreme statunitense, canadese e israeliana, e sulle Corti internazionali europee, emerge evidentissima l’incontenibile attività creativa del diritto da parte di una casta giudiziaria che assume i connotati del dispotismo.