Il peccato. La sua storia nel mondo giudaico-cristiano

Un’acutissima e brillante analisi storico-filologica dei testi biblici

Traduzione di Marina Bernardini

Pagine 380

ISBN 978-88-95481-81-4

Prima edizione 2012

Il prezzo originale era: 19,00 €.Il prezzo attuale è: 18,05 €.

Condividi

Che cosa è il peccato nella tradizione giudaico-cristiana? In che modo i suoi effetti per­durano e possono estinguersi attraverso il tempo? Come è possibile espiare le azioni peccaminose?

In questa acutissima e brillante analisi sto­rico-filologica dei testi biblici l’Au­tore do­cumenta il processo attraverso cui il peccato, concepito negli strati più antichi della Bibbia come un fardello caricato sulle spalle di chi ha commesso una colpa, o una macchia sulle sue mani, si modifica significativamente a par­­tire dal periodo del Secondo Tempio e via via fino al II secolo a.C.

Il peccato assumerà nel Nuovo Testa­mento, in tutta la letteratura rabbinica e nella cri­stia­nità aramaica, la metafora commerciale-finanziaria del debito che deve essere ripagato. L’idea della macchia resterà, ma a quella del fardello si sostituirà l’idea che nel gran libro contabile di Dio, nella ban­ca celeste, verrà registrato un debito: il pecca­tore diviene il debitore che potrà estinguere il suo debito con la pratica costante dell’elemosina. L’uomo virtuoso e caritatevole diventa invece un cre­ditore il quale accumula un tesoro in cielo che frutterà interessi.

Una nuova concezione che subì un tormentato ripensamento all’insorgere della Ri­for­ma protestante.