Messa in scena per la prima volta nel 1923 dal grande Louis Jouvet, dopo innumerevoli allestimenti, versioni cinematografiche e radiofoniche, questa divertente pièce continua a sedurre lettori e pubblico. La sua felice levità di ritmo e di scrittura non le impedisce di mettere a segno una bruciante satira sulla permeabilità dei nostri animi alle superstizioni: di ogni genere.
«La trama, in fondo, è semplice. Il dottor Parpalaid cede al collega Knock la sua condotta. Un lavoro di tutto riposo (o forse addirittura una fregatura), visto che nessuno ricorre al medico, e i pochi che lo fanno vengono rispediti al mittente con generici consigli. Nel giro di tre mesi Parpalaid, tornato al paese, troverà l’albergo trasformato in una sorta di hotel della salute, i villici totalmente ospedalizzati e soprattutto felici e contenti di esserlo. Cosa era successo in sua assenza?
Knock aveva lavorato di fino. […] Si tratta di convincere i poveri di spirito di essere malati per poi esprimere il bisogno di essere curati.»
(Dall’Introduzione di Max Bruschi)