«Nella raccolta che ormai testimonia una piena maturità d’autore (e tuttavia si tratta di un libro concentrico prima che di una somma di testi, nonostante l’eclissi di una esplicita partizione interna), Filippo Davoli ritorna fin dal titolo all’immagine o anzi all’emblema che da sempre è più suo, primordiale e iniziatico, quello della luce… la poesia di Davoli trattiene solo quanto è necessario, solo ciò che non è refrattario, per caso o per miracolo, al dilagare del silenzio dentro la giornata di ognuno e di tutti, solo ciò che resiste al trionfare di una luce troppo abbacinante e immemore dell’ombra umana. La sua è una poesia che sa di doversi castigare e umiliare nella semplicità o nella nudità dello sguardo, dell’ascolto, perciò è capace di apertura e, per etimologia, di sapienza: perché le cose del mondo arrivano alle parole come in un vento ineluttabile.»
(Dalla Nota di Massimo Raffaeli)