La memoria e il potere. Censura intellettuale e roghi di libri nella Roma antica

La letteratura come ciò che dà voce al sovrano, oppure come strumento di opposizione

Pagine 176

ISBN 978-88-95481-99-9

Prima edizione 2012

Terza ristampa 2019

Il prezzo originale era: 16,00 €.Il prezzo attuale è: 15,20 €.

Esaurito

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La letteratura come ciò che dà voce al so­vrano, oppure come strumento di opposizione. Moltissimi i nomi ce­lebri del dissenso: Tacito, Cice­rone, Vir­gilio, Catullo, Ovidio, Ipazia. Ma anche i cosiddetti minori, Aru­leno Ru­­­stico, Erennio Senecione, Gneo Nevio, Cremuzio Cordo, che minori non sono dal momento che “i fulmini non si abbat­tono se non sulle vette”. Un excursus ta­gliente, che tocca le grandi biblioteche di Roma e Ales­sandria, ma anche i luo­ghi dell’esilio fino agli estremi confini dell’Impero, e che va dal­l’età romana repubblicana fino ai nostri giorni. Il potere si rivela delirio di po­tere, in ogni tempo e ce­lato dietro ogni nome, la stessa regìa che sempre censura e sempre opera il massacro. Solo la me­moria, che è grido o si­lenzio, resta l’area protetta, il ri­fugio ultimo di un’umanità alla quale si può imporre di tacere ma non di dimenticare. E che si fa beffe della «stolidità di quanti credono, grazie al potere di cui godono al presente, di cancellare anche la me­moria delle età future».­