La tirannia fiscale

Un eresiarca impenitente smaschera con la lama del libero pensiero le scandalose rapine di Stato, sofisticate frodi elaborate per legittimare le azioni dello Stato padrone-predone.

traduzione di Serena Sinibaldi

introduzione di Antonio Martino

pagine XIV-296

isbn 978-88-85140-24-0

prima edizione 1996

quarta ristampa 2008

LIBRO DISPONIBILE IN FORMATO ELETTRONICO SU:

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La moderna democrazia nasce dall’esigenza di limitare i poteri di chi governa, non ultimo quello di im­porre tasse.

Laddove – come è accaduto in molti Pae­si e in special modo in Italia negli ultimi trent’anni – la potestà tributaria è usata come strumento per de­pre­dare alcuni cittadini a fa­vore di altri, ed ha come unico limite quello della voracità del­le corporazioni sul cui con­senso si fonda il potere, lì la democrazia si riduce a farsa del­la democrazia.

Accade allora che il “Principe”, attraverso un accurato lavaggio del cervello, riesca a per­suadere la mas­sa dei cittadini che alcune scelte tributarie, come ad esempio progressività del­le imposte, tassazione dell’eredità, ipertassazione dei patrimoni, armoniz­za­­zione fiscale europea e così via, siano dogmi in­­di­scutibili e im­mo­dificabili.

Dogmi che ven­gono spacciati per verità scien­tifiche, e no­bi­litati di un’aura di alta eticità. Ma per for­tuna vi sono ancora eresiarchi im­pe­ni­ten­ti, co­­me Pascal Salin, che con la lama del li­bero pensiero smascherano queste “pie frodi” ela­bora­te per legittimare le scan­da­lose rapine dello Stato padrone-predone.