Per cominciare: un popone spappolato e poi alcune teste che scoppiano. L’indagine viene affidata all’ispido, scorbutico, bilioso commissario Menga. Sarà un lavoro duro. Il suo istinto da “veggente” forse riuscirà a districare il groviglio della tela. Ma anche il lettore dovrà farsi segugio. C’è chi ha definito, a ragione, questo inquietante e appassionante gioco enigmistico «un anti-giallo iconoclasta e sballato: furiosamente epistemologico.» Ma non è solo un gioco. Attraverso Maxel Menga ci troviamo inchiodati davanti ad uno schermo a riflettere su non pochi aspetti infernali del nostro tempo.
2009: SEGNALAZIONE DI PAOLO FONTANA ALLA 39ª EDIZIONE DEL PREMIO MONSELICE PER LA TRADUZIONE