Durante il periodo dell’Unità d’Italia, nelle Marche nacquero e scomparvero tantissimi fogli a stampa, ma uno soltanto si mantenne in vita fino ad oggi: il «Corriere delle Marche» che, fondato da Lorenzo Valerio, oppositore di Cavour, parlamentare di riferimento di Garibaldi, direttore di giornali di sinistra e primo governatore straordinario delle Marche, testimonia il generoso lavoro del suo fondatore.
Questo quotidiano nel corso degli anni cambierà diverse volte nome e direttori, sotto la pressione di un ceto politico che andava evolvendosi e di un territorio che cercava la sua modernizzazione, a volte bruscamente, altre volte fin troppo placidamente.
La rilettura dell’intera collezione del quotidiano, tuttora conservata nella sede anconetana del «Corriere Adriatico» (così si chiama oggi), è preziosa per varie ragioni. Intanto inserisce le Marche nel filone di studi sul giornalismo italiano, nel quale esse appaiono quasi assenti. Inoltre, la storia di questo giornale aiuta a districare un interrogativo ricorrente nelle discussioni sulla cultura e sull’identità della Regione. Esistono concreti elementi storici tali da definire una fisionomia specifica e reale del territorio compreso tra il Foglia e il Tronto? Il libro anche su questo terreno sdrucciolevole azzarda una sua tesi.