Septem Verba

Un apologo critico e profetico della società occidentale contemporanea che viene dal passato.

Pagine 156

ISBN 979-12-80447-00-5

Prima edizione 2021

Il prezzo originale era: 16,00 €.Il prezzo attuale è: 15,20 €.

Collana
Condividi

Ambientato in un prestigioso collegio gesuitico sul lato austriaco del lago di Costanza nell’anno sco­lastico 1963-64, Septem Verba è la narrazione delle vicende di alcuni scolari, in particolare degli amici-rivali Arno e Aaron, e del rapporto con i loro insegnanti, tanto temuti quanto amati.
La vita scolastica procede, dal primo al secondo trimestre, in un’atmosfera magica e quasi sognante, e nel susseguirsi delle lezioni il lettore vede dipanarsi le tessere del mosaico culturale dell’Occidente: la filosofia, l’arte, la musica, la storia.
Ma il Venerdì santo, giorno in cui il rettore tiene la tradizionale allocuzione pasquale, accade qualcosa di imprevedibile. Nella seconda parte il racconto, il cui titolo fa esplicito riferimento alle ultime parole pronunciate da Gesù sulla croce, si trasforma inaspettatamente in un apologo critico e profetico della società europea del XXI secolo.

Septem Verba, Romano Ferrari Zumbini, di Viviana Filippini, «Liberi di scrivere», 10 novembre 2021

 

“Septem Verba”, è il romanzo di Romano Ferrari Zumbini edito da Liberilibri. La storia ha per protagonisti dei giovani studenti di un collegio gesuitico posto sul lato austriaco del lago di Costanza. Le vicende si sviluppano nel secolo scorso, tra il 1963 e il 1964, e quello che l’autore fa è narrare al lettore la vita di alcuni degli alunni dell’istituto, mettendo però una maggiore attenzione su due di loro: Arno e Aron. All’inizio i due ragazzi sono rivali, ma man mano il tempo passa, i due diventano sempre più amici e solidali tra loro anche nell’affrontare il rapporto con i loro docenti, delle figure importanti per la loro formazione che, a volte, incutono a tutti profondo timore. Quello che i protagonisti vivono nel romanzo di Zumbini non è un semplice percorso formativo scolastico fatto di arte, musica, storia, filosofia, ma è un cammino di formazione umana che porterà tutti quanti ad un percorso di trasformazione del sé e del mondo circostante. Il libro è infatti suddiviso in tre parti: primo trimestre, secondo trimestre e Venerdì. Il primo e il secondo trimestre scorrono in modo tranquillo, con i ragazzi impegnati nella loro vita scolastica dove partecipano in modo attivo e coinvolto alla lezioni, facendo domande ed esponendo le proprie riflessioni sui temi trattati e spiegati. Accanto a questa formazione scolastica i giovani hanno tempo anche per la loro vita sociale e per superare i dissidi e le incomprensione tra coetanei. Tutto scorre liscio, ogni certezza che i giovani hanno c’è e per loro resta, poi però la mutazione è dietro l’angolo e loro non lo sanno.  O meglio, il cambiamento scatta il Venerdì Santo, quando la tradizionale allocuzione pasquale non viene fatta dal rettore (indisposto all’ultimo momento), ma dal bibliotecario, un benedettino (l’unico) della comunità. Lui, così umile e taciturno, preso da uno slancio di coraggio parlerà, e le sue parole, pronunciate con un crescendo emotivo costante, scateneranno un qualcosa di inaspettato e imprevisto. Il romanzo di Zumbini può essere visto come un romanzo di formazione dove i giovani protagonisti vivono in una dimensione definita, quasi protetta, ed è come se il loro mondo scolastico fosse un universo a sé, nel quale ogni certezza è data dagli studi che svolgono grazie alle lezioni di matematica, logica, greco, chronologia e teologia, dalle quali cercano di apprendere nozioni per la vita. Poi, però, con il discorso di dom Clemente, ogni tradizione e principio appreso saranno un po’ messi in crisi e i protagonisti saranno portati a compiere un’accurata e attenta riflessione sulla società europea del XXI secolo e, di conseguenza, sul loro vissuto. “Septem Verba” di Romano Ferrari Zumbini, è un libro che fa pensare, riflettere, perché accanto alla storia dei giovani protagonisti ci sono pagine con eventi storici accaduti nel corso dei secoli che hanno segnato importanti cambiamenti e trasformazioni per il mondo dell’Occidente. La grande Storia, unita quindi alle vicende dei ragazzi nati dalla penna di Zumbini crea una dimensione narrativa nella quale, ad un certo punto, noi lettori siamo quasi portati a sentirci un po’ come Arno, Aron e compagni, ossia spinti ad un’attenta riflessione sul mondo nel quale stiamo vivendo e su quello in cui abbiamo sempre creduto.

 

“Septem Verba”, di Gabriele Ottaviani, «Convenzionali», 18 settembre 2021.

Sarà la Storia a dirimere l’incertezza…

Septem Verba, Romano Ferrari Zumbini, Liberilibri. Septem verba a Christo in cruce moriente prolata è un ciclo di cantate del Venerdì Santo, basato sulle ultime parole che la tradizione attribuisce a Cristo sulla croce, e che si sostiene sia stato composto da Pergolesi: ed è proprio nel giorno di lutto per antonomasia della religione cattolica che,  in un prestigioso collegio gesuitico sul lato austriaco del lago di Costanza, dove numerosi ragazzi conducono una quotidianità tutto sommato serena, accade qualcosa di inatteso. E lo stesso volume, d’un tratto, cambia come volto, e da affresco degli anni Sessanta si fa incredibilmente profetico sull’avvenire… Da leggere assolutamente.