Vita e morte di Adria e dei suoi figli

Un magnifico esempio del realismo magico di Bontempelli immerso tra bellezza e morte

Introduzione di Alessandra Iadicicco

Pagine XVIII-160

ISBN 88-85140-93-9

Prima edizione 2007

Il prezzo originale era: 15,00 €.Il prezzo attuale è: 14,25 €.

Collana
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Vita e morte di Adria e dei suoi figli è il racconto della bellezza e della morte. Una straordinaria bellezza che segnerà drammaticamente il destino della donna a cui è toccata in sorte e quello di coloro che più si sono avvicinati a lei. Un superamento dei limiti, una hybris di cui Adria si rende colpevole – con la sola attenuante di una natura con lei troppo prodiga – e che seminerà morte per ristabilire gli equilibri infranti.
Pubblicato nel 1930, appena un anno dopo Il figlio di due madri, al quale si lega per la stessa atmosfera di convincente implausibilità, Vita e morte di Adria realizza felicemente la formula bontempelliana del Realismo magico: «raccontare un sogno come se fosse realtà e la realtà come se fosse un sogno».

Vita e morte di Adria e dei suoi figli di Massimo Bontempelli, di Paola Calefato, «My Po Blog», 5 luglio 2017

Vita e morte di Adria e dei suoi figli di Massimo Bontempelli edito da liberlibri.
Un romanzo di 152 pagine vede la luce per la prima volta nel 1930 in pieno regime fascista ma ancor di più in piena corrente verista.

Non troviamo tracce politiche della società dell’epoca all’interno dell’opera, bensì seguiamo la vita di Adria. Donna dalla bellezza eterea e da essa ossessionata.
La seguiamo nei vari passaggi della sua vita, spesso con gli occhi innamorati dei suoi figli.
La sua bellezza è sia la sua croce che il suo dono: chiunque entri in contatto con Adria e se ne innamori andrà in contro ad un destino terribile già scritto e già annunciato.
È un romanzo, come ho già detto, realista che fa trasparire quelle che potevano essere le consuetudini della società: andare a teatro, non educare di persona i figli, i viaggi ecc.

Mi è piaciuta l’atmosfera che si creava durante la lettura del romanzo: mi sembra di essere lì con Adria a guardarmi allo specchio o nascosta dietro alla finestra con Tullia e Remo, i figli, ad ammirarla. Ho suonato con Remo e condiviso il segreto di Tullia. Ho pianto in alcuni momenti per quanto il breve romanzo mi avesse coinvolta. Ero lì con un vestito stile impero e i capelli acconciati bene a guardare l’opera a teatro.
Bontempelli mi ha letteralmente trasportata in un’epoca lontana e distante mentalmente da quella in cui vivo e mi ha fatto fare un vero e proprio viaggio nella vita di questa donna che altri non è che una perfetta metafora per quello che oggi viene definita “ossessione dell’apparire”.

Trovo questo romanzo molto attuale per quanto scritto quasi novant’anni fa: quante volte sentiamo ragazze, o ragazzi, ossessionati dall’apparire sui social o che per rientrare in quegli standard che i media veicolano come perfezione finiscono col farsi del male? Finiscono con l’ammalarsi? Ecco Adria è talmente ossessionata dalla consapevolezza di essere bella che ad un certo punto decide di chiudersi in un volontario esilio dal mondo. Vivrà come un’eremita lontana persino dal sangue del suo sangue. Tutto questo perché di lei si ricordasse la bellezza e non lo sfiorire di essa.
Consigliato a chi vuole un romanzo “leggero” come numero di pagine ma “pesante” dal punto di vista emotivo e sociale. Numerose sono le riflessioni che possono nascere leggendolo. Forse quella che più mi ha accompagnata alla fine della lettura è stata quanto noi possiamo essere solo delle pedine del destino e che questo non dipenda necessariamente da noi.

È un classico della letteratura dell’epoca ma come ogni romanzo di quegli anni ricordiamoci che era un periodo di regime e tutto doveva rientrare in determinati canoni e vedendolo in questo modo capirete il limite del libro: viene mostrato l’apparire e la sfera famigliare non quello della società. Pochi sono i momenti in cui si può leggere di come andassero le cose in quegli anni. Non aspettatevi un romanzo con lunghe descrizioni politiche o simili. È una cronaca famigliare e come tale va letta.