Geografia e Drammi

Una scrittura vertiginosa e spericolata per raccontare i momenti più significativi dell’avventura umana e letteraria dell’autrice.

Traduzione di Fiorenzo Iuliano

Introduzione di Nadia Fusini

Pagine XXII-422

ISBN 9788895481487

Prima edizione 2010

Il prezzo originale era: 20,00 €.Il prezzo attuale è: 19,00 €.

Collana
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Geografia e Drammi rappresenta uno snodo importante nella produzione di Gertrude Stein. Pubblicato nel 1922, è il libro nel quale Gertrude affida a una scrittura vertiginosa e spericolata i momenti più significativi della sua avventura umana e letteraria. In esso si alternano riflessioni sulla propria figura di intellettuale americana espatriata in Europa, sui contatti con i grandi artisti di quegli anni, sui viaggi in Spagna, in Italia e in Inghilterra, sulla sua convivenza scandalosa con Alice Toklas.

 

«Noi devoti leggiamo la pagina steiniana avendo accettato la sospensione del significato, e navighiamo a vista in una dimensione di assenza del senso, avendo oltrepassato le colonne d’Ercole del bisogno di assegnare a ogni significante il suo significato, verso il mare aperto di un’avventura in cui la lingua è una sorpresa.»

(Dall’Introduzione di Nadia Fusini)

Riscoprire Gertrude Stein e farle gli auguri di Laura Ganzetti, «Il tè tostato», 3 febbraio 2019

Oggi è il compleanno di Gertrude Stein, nata il 3 febbraio 1874. Americana di famiglia tedesca e di origine ebraiche. L’avevo incontrata vent’anni fa tra i libri che leggevo io sola, senza poterne parlare con nessuno e l’ho ritrovata ultimamente attraverso certe lettere scritte da Pablo Picasso, suo amico.
La penso da qualche settimana, sfogliando e leggendo un suo libro, Geografia e Drammi, pubblicato da liberilibri, con un’introduzione di Nadia Fusini, in cui si presenta l’autrice americana in tutto il suo genio, la sua vanità e la difficoltà, del lettore, di seguire le parole di chi vedeva qualcosa che ancora oggi sembra sfuggire.
Nadia Fusini scrive:
Se il mondo esiste, è per un atto di parola: 
a nessuno scrittore questo è più chiaro che a Gertrude Stein.
Leggere questa frase e fermarsi nella scoperta è impossibile. Dunque si va avanti a cercare di capire chi fosse quella donna americana che, dal 1903, fece di Parigi la sua città. Appassionata d’arte, collezionò Picasso, Matisse, Derain, il suo studio divenne tappa di scrittori tra cui Sherwood Anderson, Ezra Pound e Ernst Hemingway. Lì Gertrude Stein definì quella generazione di scrittori americani Lost generation, coniando un’espressione che usiamo ancora, e a raccontarcelo è proprio Hemingway in Fiesta.  Questa avanguardista, affiancata dalla donna che amava, Alice Toklas, e da suo fratello, era una scrittrice che faticò per essere pubblicata, innovativa fino a essere quasi incomprensibile, non veniva scelta dagli editori. Geografia e Drammi uscì nel 1922 in 2500 copie che l’autrice pagò. Un mondo articolato, pieno di stimoli e raccolto in una sfera di sacralità letteraria che mi ha fatto avvicinare a quest’opera pensando chissà se la capirò. Chissà.
Una raccolta di scritti diversi tra loro, teatro, prose e poesie, un complesso in cui sembra di vagare senza senso e in cui possiamo viaggiare soltanto abbandonando noi stessi e scegliendo Gertrude Stein come bussola.
In questo libro troviamo un testo in versi che si intitola Emily sacra e al suo interno troviamo il passo più famoso di questa autrice
Una rosa è una rosa è una rosa è una rosa
e sfido a capire a prima vista se non a livello profondo, sfido a sentir raccontare queste parole, che se andate a Parigi, a Père-Lacahaise le trovate anche sulla tomba dell’autrice.
C’è qualcosa nell’essere stata un punto di riferimento per gli autori espatriati in Francia, qualcosa che rende questa donna un catalizzatore, c’è qualcosa nel demolire le strutture dello scrivere e farlo senza compiacenza seppure con vanità e c’è qualcosa nell’amore duraturo e nell’essere ritratti da Picasso, c’è talmente tanto in una vita così che come si può dire soltanto che sia una lettura difficile e non provare e poi provare ancora.
E mentre sabato pensavo a scrivere questo post e a orientarmi in questa autrice, scopro che Giorgia Antonelli, l’editrice di Liberaria, aveva appena pubblicato un pezzo proprio su Gertrude Stein, su minima e moralia, è qui e questo è un invito a leggerlo.
Buon compleanno Gertrude, passerò un bel po’ di tempo con il tuo Geografia e Drammi.